“Posso dire che da oggi sei anche il ministro del brodetto”, scherza Dina Carinci. La prima tappa di Stefano Patuanelli nella due giorni in cui incontrerà pescatori e agricoltori a Vasto e San Salvo è in piazza della Guardia costiera, a Vasto Marina, dove parla davanti ad attivisti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. Lo fa subito dopo cena: “Ho mangiato un brodetto speciale, stasera ho ripreso i 25 chili persi in un anno. Abbiamo tante eccellenze come queste, i vini, i prodotti del territorio, parlo da ministro delle Politiche agricole”.
Suona la carica per Dina Carinci, capogruppo pentastellata in Consiglio comunale e candidata a sindaco di Vasto, dove “avremo tre, forse quattro liste” e, prevede Patuanelli, “è arrivato il nostro momento, dopo la Democrazia cristiana, la destra e oggi una forza di centrosinistra, o di centro, come il Pd”. Rivendica lo stop ai pozzi petroliferi nell’Adriatico: “Se non si trivella in mare, è perché noi abbiamo bloccato le trivelle. Se continuiamo a estrarre gas naturale, quando la facciamo la transizione energetica?”. Però, facendo il bilancio di tre anni di governo prima con la Lega, poi con Pd e Leu, ammette: “Non abbiamo fatto tutto quello che volevamo perché alcune battaglie le abbiamo perse. Alle elezioni abbiamo preso il 33 per cento, non il 51. Si fanno anche le battaglie che si perdono, non solo quelle che si vincono”.
Dopo gli interventi di Dina Carinci e Pietro Smargiassi, a introdurre il ministro era stato Gianluca Castaldi: “Stefano Patuanelli è l’ideatore del bonus 110 per cento”, il provvedimento per le ristrutturazioni con riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico approvato durante il secondo governo Conte. Secondo il senatore vastese, il nuovo leader del Movimento 5 Stelle è stato “il miglior presidente del Consiglio di sempre”. A Vasto “Dina in Consiglio comunale è una spanna sopra agli altri. Dina, se da sindaco ti arriverà una proposta positiva da destra, centro o sinistra, accoglila perché noi lavoriamo per il bene della città”.
“Ho dovuto chiudere con un decreto le aziende e non è stato facile, ma era l’unica cosa che potessimo fare”, afferma Patuanelli parlando dell’emergenza Covid. “Abbiamo cercato di dare dei ristori, insufficienti certo, ma era il massimo che si potesse fare”. Difende il provvedimento simbolo del Movimento: “Se i contratti di lavoro stanno al di sotto reddito di cittadinanza”, non ci si deve stupire se molte persone preferiscono non cercare lavoro, visto che “l’alternativa è lavorare dodici ore al giorno per uno stipendio equivalente al reddito di cittadinanza”. Ma è la riforma della giustizia voluta dalla ministra Marta Cartabia il primo motivo di divisione tra M5S e Draghi. Il tentativo di mediazione di Conte non nasconde le distanze: “La riforma giusta – sostiene Patuanelli – è quella di Alfonso Bonafede, perché è diritto delle vittime avere giustizia ed è diritto degli imputati difendersi nel processo e non dal processo”.